Giovanni Paolo II
I Circoli Culturali portano il nome di Papa Giovanni Paolo II, perché si ispirano al modello umano e cristiano offerto da lui, in particolare alla sua capacità di comunicazione e di dialogo con il mondo contemporaneo a livello sociale, culturale, politico, economico e religioso.
La sua vita
Karol Józef Wojtyla nacque a Wadowice, Polonia, il 18 maggio 1920. Ordinato sacerdote a Cracovia il 1° novembre 1946, conseguì il dottorato in teologia a Roma nel 1948 con una tesi su San Giovanni della Croce. Tornato in Polonia, fu cappellano degli universitari e completò gli studi filosofici e teologici nel 1953.
Nel 1958, Papa Pio XII lo nominò Vescovo Ausiliare di Cracovia, e nel 1964 Paolo VI lo promosse Arcivescovo, facendolo Cardinale nel 1967. Partecipò al Concilio Vaticano II contribuendo alla costituzione Gaudium et spes. Fu eletto Papa il 16 ottobre 1978, il primo non italiano da oltre 450 anni, iniziando il pontificato il 22 ottobre 1978.
Il suo papato fu segnato da numerose encicliche importanti e un forte impegno nel dialogo interreligioso, ecumenico e nella difesa della dignità umana. Fu vittima di un attentato il 13 maggio 1981, ma sopravvisse. Viaggiò molto, promuovendo il Vangelo e la libertà.
Morì il 2 aprile 2005 e fu sepolto l'8 aprile nelle Grotte Vaticane. Fu beatificato il 1° maggio 2011 e canonizzato nel 2014. Karol Wojtyla ha segnato profondamente la storia della Chiesa e dell'umanità, traghettandola nel terzo millennio.
La sua eredità
Giovanni Paolo II ha avuto un'incredibile presa sull'opinione pubblica per la sua ricca personalità: pastore, uomo di comunicazione e cultura, intellettuale poliglotta, operaio, poeta, filosofo e testimone della storia della dominazione comunista nell'Europa dell'Est. La sua attrattiva deriva principalmente dal fatto che era, ed è, considerato un santo. La Chiesa lo ha ufficialmente riconosciuto come tale il 27 aprile 2014.
Giovanni Paolo II era capace di connettersi con ogni persona, trattando ciascuno come unico. Il suo interesse sincero per l'umanità lo rendeva comprensibile a tutti, dal mondo intellettuale al popolo comune. Nei suoi discorsi, traduceva teoria e analisi generali in esortazioni a mettere l'uomo al centro della cultura e del progresso, sostenendo che ogni individuo aspira non solo ai beni materiali, ma anche alla verità e ai valori spirituali.
Il suo magistero sottolineava l'importanza di «far diventare la fede cultura». Credeva che una fede che non diventa cultura non è pienamente accolta, pensata o vissuta. Per lui, il cristianesimo doveva dialogare con la scienza, l'arte e la cultura, parlando anche la loro lingua. La fede deve proporsi come compimento della ricerca religiosa dell'uomo, accogliendo e valorizzando ciò che di vero e buono esiste in ogni religione.
Il pontificato di Giovanni Paolo II ha aperto la strada al terzo millennio, proponendo un nuovo modo di vedere la modernità e un rapporto più profondo tra fede e cultura. La sua eredità rimane un'importante risorsa per tutti, intellettuali e scienziati, ma anche per ogni persona in cerca di verità e significato.
Importanza della cultura
Giovanni Paolo II riteneva il dialogo tra la Chiesa e le culture contemporanee fondamentale, considerandolo cruciale per il destino dell'umanità. Ha enfatizzato questo punto nel suo discorso all'UNESCO il 2 giugno 1980, sottolineando l'importanza della cultura non solo come mezzo per vivere pienamente la vita umana, ma anche come strumento capace di influenzare profondamente l'intero tessuto dell'umanità, con il potere sia di liberare che di minacciare l'esistenza umana stessa.
In risposta a queste riflessioni, Giovanni Paolo II istituì un Consiglio per la Cultura. Questa entità aveva lo scopo di promuovere il dialogo tra la Chiesa e le diverse forme culturali, seguendo le indicazioni del Concilio Vaticano II, che vedeva la cultura come centrale per il pieno sviluppo dell'individuo. Il Concilio aveva anche riconosciuto i molteplici legami tra il messaggio della salvezza cristiana e la cultura, e come queste interazioni potessero arricchire reciprocamente sia la Chiesa sia le diverse culture con cui veniva in contatto.
Il Consiglio per la Cultura si pone come obiettivo quello di dare un impulso comune all'intera Chiesa nell'interazione continua e rinnovata tra il messaggio salvifico del Vangelo e la varietà delle culture, affrontando la diversità dei popoli e portando i frutti della grazia in contesti sempre nuovi. Il consiglio è composto da rappresentanti qualificati della cultura cattolica globale e lavora in uno spirito ecumenico e fraterno, promuovendo dialoghi non solo con le religioni non cristiane, ma anche con individui o gruppi che non si identificano con alcuna fede religiosa.